lunedì 15 luglio 2013

Al cinema il documentario bomba su J. D. Salinger

Ci sono nomi di persone che conosci fin quando sei piccolo, ti giungono all'orecchio per forza, perché sono stati pronunciati tante volte. E' la legge della statistica. E dentro c'è Salinger. Salinger chi? Salinger lo scrittore. E Salinger è un po' per tutti associato al romanzo “Il Giovane Holden”, o all'americano “The Catcher in The Rye.”.
Holden Caulfield, il protagonista di questo romanzo di formazione che ha segnato generazioni e generazioni successive al secondo conflitto mondiale, è un sedicenne di uno spigliatissimo senso critico, si dichiara ateo e ama comportarsi da dodicenne.

L'uscita de “Il Giovane Holden” nel 1951 è stata una rivoluzione che non è mai finita, come se avesse voluto accompagnare tutte le annate di generazioni fino a quelle di oggi e quelle di domani allo spesso muro di ferro che segna la maturità. La nausea che permea dalle caselle sociali dell'America del dopoguerra, quello che noi chiamiamo “scazzo” giovanile nel senso più vero, quello della “non rincorsa” ai soldi, quello della gioventù svezzata dal ceto medio, critica, sognatrice, perennemente insoddisfatta.
Milioni di persone da tutte le parti del mondo si sono portate appresso questa “bibbia del giovane”, questo opuscoletto dove far combaciare il vero vissuto con la “santificazione” della carta.

Poi il silenzio, e nel silenzio l'ombra di un uomo alto e magro da una sigaretta al minuto, un uomo che prima di inventare Holden Caulfield ha dovuto far ritorno nei suoi Stati Uniti dopo aver vissuto lo stupro mentale della Seconda Guerra Mondiale. Poi il silenzio. Poi il trailer. Quest'anno. Dopo aver tenuto segreto questo documentario per ben cinque anni ecco che finalmente ne si annuncia l'uscita per il 6 settembre 2013. Philip Seymour Hoffman, Edward Norton, John Cusack, Danny DeVito, John Guare, Martin Sheen, David Milch, Robert Towne, nientemeno che Tom Wolfe, E. L. Doctorow, sono tutti i nomi di chi ha contribuito a dire la sua.

Il documentario tratta il mistero dietro la scomparsa dell'autore dopo aver scritto uno dei libri più letti al mondo. Il regista Shane Salerno ha messo insieme i tratti biografici di Salinger insieme all'architettura del suo Holden, ne ha riportato l'esigenza da parte della penna di risvegliare quei demoni che gli sono entrati dentro dopo aver vissuto l'amarezza della guerra. Il demone architetto della letteratura d'oro. Di come “Salinger non volesse che nessuno si mettesse fra lui e i suoi personaggi. Loro erano reali per lui che li muoveva sul palco come Dio.” Di come delitti efferati del secolo scorso siano stati consumati da mostri col suo libro sotto braccio, un po' l'idea di come il demone abbia il potere di creare qualità e devastazione insieme.



E poi, che il documentario ci dia la possibilità di crederci o meno, la rampa verso l'alto, il mistero che spiegato abbia il potere di riprodurne un altro ancora. In questo senso i grandi studi di produzione americani, qui la Weinstein Company, avranno probabilmente adottato l'uso vittorioso di una buona sceneggiatura nel racconto dei fatti, mettendo su un prodotto che ha ben poco da invidiare ad un thriller che si rispetti. O così per lo meno si spera. Aspettiamo.


di Fabrizio Marciante

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