“Anche Se a Londra Piove”
(Tempo al Libro Editore, 2012) è un libro di Enrico Atti, scrittore
centese già pubblicato nella “Giovane Antologia Faentina” con il
suo racconto “Sangue e Traminer”.
Quanto a questo romanzo mi piace
metterlo giù come una buona presa per il culo. Ci sono delle spie,
magari la copertina con la foto dai colori elettrici Anni 90 che
vanno d'accordo coi pezzi Brit che piacciono tanto a Giulio, ma che, di
controcorrente alla classica storiella di fuga italiana a Londra dai
soliti 3 momenti narrativi “che palle”, cambia il colore del té
con quello che potrebbe essere un detergente blu, del detersivo,
diciamo anche un po' della pioggia acida londinese che sostituisce
così bene i due soliti cuori a pennarello sulla pietra di Trafalgar
Sq.
In questo senso, senza sacrificare ciò
che accade, il libro è un po' un manifesto di quello che mi
piacerebbe definire l “Attismo” più nero, il quale non pare
andare a braccetto con le storie confezionate ad arte per nuove e
vecchie generazioni di teenagers che oggi scelgono ancora Londra a
Berlino, ma più alla catastrofe di un personaggio, Giulio, in cui
storia italiana e scazzo giovanile (e anche buona volontà) si fondono in un perfetto
soggetto intrattenitore.
Il libro, oltre che a contenere delle
memorie in prima persona, scandite originalmente da una complilation
“umorale” (i nomi dei capitoli), è un manuale d'uso della
metropoli di chi a 19 anni lascia l'Italia dopo un amore finito male.
Dalla spesa, alle lavatrici, ai coinquilini, alle donne, alle amiche
delle donne, alla testa al muro a cui si alternano momenti di viva
rigenerazione, il libro è un successo, e vi mette nelle condizioni di
invidiare chi mai un Giulio vero lo conosca uguale a quello della
storia.
Il libro è stato già presentato e
continua ad essere presentato nel bolognese – ma quest'estate anche
in una caldissima accoglienza Cagliaritana “letta” dal bravo
Dario Cosseddu e curata dal mito Carlo Birocchi. Enrico Atti, la cui favella è quella di un ottimo conduttore radiofonico, intrattiene
sfiorando i lati frastagliati della storia, della quale però non
vuole concedere nessun esito.
Anche per questo dovete comprarlo.
Fabrizio Marciante
“Enrico
Atti in questo romanzo dà voce, anima e corpo, a Giulio. Un ragazzo
di provincia come tanti che un bel giorno arriva all'apice della
sopportazione e decide di scappare. Scappare dal faccia a faccia con
la vita, scappare dalle responsabilità e dalla monotonia. Prende un
biglietto di sola andata per Londra, la città dei sognatori, senza
obbiettivi particolari. Lì scopre che le cose da cui voleva scappare
lo hanno inseguito e non se ne libererà facilmente.
Il
ritratto di una generazione incarnato in un unico romanzo. Semplice,
scorrevole e a tratti commovente.
Francesca Marchesani
Ho
letto “Anche se a Londra piove” da quasi un anno e ancora ricordo
distintamente personaggi, dettagli e “canzoni” che ascoltava
Giulio nel suo iPod. Il libro mi piace perché
ci fa perfettamente comprendere le emozioni che prova il protagonista
prima di emigrare, e le sensazioni che ha in seguito vivendo la
metropoli inglese. Avendo vissuto anch'io un anno nella capitale
inglese posso dire che la storia narrata rispecchia fedelmente la
realtà intesa come fenomeno di giovani emigrati a Londra, e quindi,
soprattutto in questi anni in cui tale fenomeno è alquanto elevato,
il libro potrebbe anche essere inserito nella categoria “attualità”.
Mark
Reeds
“In
poche parole vorrei dire che è un libro che merita, in quanto la
storia è piacevole e scorrevole (anche per chi come me non è un
abitué della lettura), ma soprattutto una "chicca" è
l'ironia pungente di Atti che si coglie in una grande serie di
battute per palati fini.
Un
altro bello spunto è dato dal fatto delle "citazioni musicali"
, particolarità che lo rendono un libro "diverso" e
appunto per quello, curioso, che ti incolla alle pagine finchè non
finisci tutta la storia.
Saverio
Magri
“L'ho
trovata una lettura avvincente piena di riferimenti a fatti che
qualunque ragazzo vive o può aver vissuto, e questo lo rende un
romanzo adattissimo a un pubblico di giovani.
E'
un romanzo ricco di umorismo così da non renderlo mieloso, e il
fatto che sia costantemente legato alla musica, fa si che il lettore
possa essere coinvolto maggiormente, ritrovandosi magari nei brani
citati nel libro!
Questo
romanzo lo consiglierei a chiunque sia interessato a capire come un
giovane di 24 anni vive l'esperienza della ricerca di nuove
opportunità in uno stato diverso dal suo incontrando difficoltà e
cercando modi per superarle.
Nel
libro vengono trattati svariati temi quali la droga, l'alcool,
l'integrazione in una nuova società e il pregiudizio, ma anche temi
come l'amore e la sessualità visti in un'ottica molto personale ma
comunque decisamente aperta.
Emanuele
Callegari
“Anche
Se A Londra Piove è un romanzo di suoni, sogni e realtà. E'
quello che potrei definire un buildungsroman indie:il
passaggio di Giulio dal paese emiliano alla realtà londinese con la
sola compagnia di ciò che in fondo gli ha fatto desiderare questo
passaggio, la musica.
L'esperienza
londinese regala a Giulio molte esperienze che nel suo paese nativo
non avrebbe potuto sognare, ma allo stesso tempo lo priva
dell'ingenuità e delle certezze adolescenziali. Più che un viaggio,
quello di Giulio a Londra è un vero e proprio allunamento, tanto è
differente il mondo circostante.
Anche
Se A Londra Piove altro non è che la cronaca di viaggio di
questo astronauta adolescente, viaggio che avrà soprattutto
l'effetto di renderlo estraneo sia a S. Stefano
di Stopasso (posto da cui egli proviene) che a Londra, che si
rivela essere un pugno a tutte le idealizzazioni e i sogni musicali
di un giovane come un altro.
Come
diceva qualcuno: “ogni scelta è un'opportunità che ha il sapore
di mille rimpianti” Giulio questo avrà tutto il tempo di
scoprirlo, ma almeno col suo fido iPod con se.
Giuseppe
Forte
Enrico Atti:
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